Il racconto di oggi parlerà della famosa torre Scifo, situata nella zona di Capocolonna ha una storia antichissima che andremo a raccontarvi oggi.
Costruita nei primi anni del Seicento, la Torre di Scifo, originariamente nominata Torre di Capo Pellegrino, è il luogo simbolo di uno dei tratti più suggestivi della costa crotonese, essa rientrava in un disegno di difesa costiera di cui facevano parte anche la Torre di Capo Nao (la prima costruita) e la Torre Mariedda. Carlo V iniziò, infatti, una vasta ed imponente opera di fortificazione dei litorali calabresi nel XVI secolo, per potenziare le strutture difensive del Regno di Napoli. La torre verrà costruita sul capo Pellegrino dal mastro Gio. Bernardino de Sena nei primi anni del ‘600 e prenderà dapprima il nome di Torre di Capo Pellegrino e poi di torre di Scifo. Nel 1763 lo stabile passa sotto il controllo della famiglia Zurlo, che danno un nuovo aspetto all’area. I nuovi padroni in pochi anni edificheranno il casino, con i magazzini, la chiesa, le caselle ed il vaccarizzo. Creeranno un grande giardino con alberi da frutto ed un vigneto e costruiranno due cisterne per raccogliere e conservare la preziosa acqua della fonte. Dopo l’Unità d’Italia la torre di Scifo fu ceduta dal Demanio dello Stato al marchese Antonio Lucifero, che la trasformò in dimora estiva di soggiorno e molti terreni di proprietà ecclesiastica della località passarono in proprietà del barone Luigi Berlingieri che li acquistò dal Demanio. Nel 1938 fu costruita l’adiacente abitazione del custode. Oggi il fortilizio appare ben conservato e presenta una pianta di forma quadrata ed è munita di robusti contrafforti e cordonatura in pietra, è dotato inoltre di una scala esterna e di un piccolo ponte d’accesso.
IL TERMINE “SCIFO”
Lo “skyphos” è un tipo di vaso greco, una profonda coppa per bere con due piccole anse posizionate appena sotto l’orlo. Il termine “Xifo” quindi, poi trasformato in “Scifo” significa appunto recipiente d’acqua, infatti era da questa località che i greci facevano incetta di viveri e acqua prima di partire per le varie spedizioni.
RESTI TROVATI
Nella Baia di Scifo è stato ritrovato un relitto di epoca romana che trasportava delle lastre di marmo provenienti dall’Asia Minore e utensili di diversa fattura. Il carico si presenta sparso sul fondale, a circa 7/8 metri di profondità, concentrato in due zone contigue, come se al momento del naufragio lo scafo si fosse spezzato in due tronconi. Su alcuni blocchi di marmo sono state identificate alcune iscrizioni di cava riportanti la data del 197 d.C. e da questo si è ipotizzato un probabile inabissamento della nave attorno ai primi anni del III secolo. Attualmente è possibile visionare parte del materiale recuperato presso il museo archeologico di Capocolonna.
Il nostro racconto si conclude quì. Come per ogni monumento o opera architettonica della nostra città non basterebbe un libro per parlarne, data la storia che vi è dietro, con i nostri racconti cerchiamo come sempre di far conoscere ai più la storia che portano con sè alcuni luoghi simbolo della città.