

E’ il 710 a.C quando l’ecista Myskellos, proveniente da Ripe nell’Acaia, tocca le sponde del promontorio Lacinio e vi fonda la leggendaria Polis di Kroton, che diventerà nel giro di due secoli fra le più importanti della Magna Grecia. Quello che era in antichità il centro politico, culturale e religioso della città sarà lo scenario del racconto di oggi, buona lettura.
Il percorso di oggi ci porterà alla scoperta delle zone più importanti di Capocolonna svelando i dettagli delle architetture e il loro uso nel periodo magno-greco e nell’era contemporanea.
Il tempio dedicato a Hera, del quale ci rimane oggi una sola colonna, era sicuramente il luogo più importante del Santuario greco: si tratta di un tempio di ordine dorico alto 8 metri eretto nel VI sec. a.C, esastilo e periptero per un totale di 40 colonne e decorato con vivaci colori nella sezione del fregio. Al suo interno veniva conservata la figura della dea Hera alla quale era appunto dedicato il tempio, e alla quale venivano offerti gli ex voto e i sacrifici che venivano generalmente compiuti sull’altare che soleva trovarsi di fronte il tempio. Con il passare del tempo, dalla conquista romana fino al medioevo il tempio e tutti i resti di epoca greca persero quell’importanza e quel valore socioculturale del quale godevano ai tempi dei greci, fu così che nel XVI secolo venne “spogliato” di vari materiali, riutilizzati per la riedificazione del castello da parte di Carlo V. Le uniche superstiti quindi furono due colonne, quella che vediamo oggi e un’altra che era posizionata al suo fianco, la quale venne distrutta in seguito a un terremoto.
Facevano parte dell’area altri edifici chiamati “Edificio B“, “Edificio H“, “Edificio K“:
- Edificio B: presenta una pianta rettangolare, è ritenuto poter essere il tempio originario. Questa tesi è sostenuta dal ritrovamento di reperti che sarebbero datati già dall’VIII secolo a.C.
- L’Edificio H, di pianta quadrata, è suddiviso in vari locali, si suppone fosse la struttura dedicata ai e ristoro dei viaggiatori oltre che dei sacerdoti. La sua datazione viene posta al IV secolo a.C. quando il tempio già aveva assunto grande celebrità.
- L’Edificio K risale anch’esso al IV secolo a.C., presenta una pianta a “elle” e ne rimangono solo i basamenti. Si presume trattarsi di un loggiato di colonne, sempre in stile dorico, che univa una serie di locali e un cortile. Probabilmente era la foresteria dove potevano trovare alloggio importanti visitatori.
La torre Nao, situata oggi di fianco il Santuario cristiano, venne eretta nel XVI secolo come torre di difesa per volere di Carlo V, composta da una base quadrata, ha un aspetto tozzo e semplice ma allo stesso tempo massiccio ed imponente. L’accesso alla torre è rialzato, per entrarci bisogna salire tre rampe di scale che conducono ad un piccolo ponte levatoio a scomparsa, azionabile tramite una carrucola dall’interno. Solo dopo la ristrutturazione venne implementata una porta a piano terra, per permettere anche le più basilari misure di emergenza.
Il Santuario cristiano, venne eretto fra l’XI e il XIII secolo dai monaci basiliani, conserva oggi l’iconografia della Madonna di Capocolonna. Viene citato nel libro dei miracoli del 1577 in cui si racconta di un tentativo di furto della figura da parte dei turchi nel 1519, i quali però non riuscirono nel loro intento in quanto le loro imbarcazioni non partivano con l’immagine a bordo, decisero così di darle fuoco, ma vedendo che il fuoco non bruciava l’immagine la gettarono in mare e ripartirono. Il quadro venne successivamente trovato da un pescatore della zona che la conservò in gran segreto fino a rivelarne il possesso in punto di morte. Ogni anno, nel mese di maggio, i pellegrini compiono il percorso dalla cattedrale nel centro storico fino al santuario di Capocolonna trasportando l’immagine della Madonna: vediamo così una corrispondenza nel culto di una figura religiosa, passando dalla venerazione di Hera alla venerazione della Madonna.
Naturalmente per scrivere di Capocolonna e di tutta la sua storia non basterebbe un libro, con il racconto di oggi abbiamo cercato di incuriosirvi al fine di scoprire i lati nascosti e ancora semi-sconosciuti del promontorio, magari approfittando delle guide che mette a disposizione la Pro Loco.